Il Talismano - Stephen King e Peter Straub. Recensione
Jack Sawyer è un ragazzino di dodici anni costretto a una vita nomade per seguire le necessità di una madre vedova in bolletta, inquieta ex
attrice di punta di film di serie B che, a detta del ragazzo, “correva,
correva” sempre e lo trascinava dietro con sé in giro per il mondo. Ultima
tappa è un tranquillo borgo di villeggiatura sulla minuscola costa del New
Hempshire, una località estiva tanto diversa
dall'incessabile vivacità di New York.
Dal
momento del suo arrivo l’Alhambra, albergo con giardino, era riuscito a
cogliere la sua attenzione per gli strani eventi che lo riguardavano, come quella volta in cui gli era sembrato di vedere un arcobaleno che non c’era o quella voce priva di mittente che gli aveva parlato. Da allora i suoi pensieri cadevano sempre sul
bellissimo edificio vittoriano che, tra le sue pareti, nascondeva un passato
ricco di storia e ricordi felici dei suoi genitori.
Quella cittadina silenziosa dalle strade deserte lo aveva condotto
in uno stato confusionale dai sapori onirici che lo faceva camminare con aria persa; l’unico sentimento che stava assaporando in quei giorni era la paura: la paura della morte che sembrava seguirlo.
Poi accade qualcosa, qualcosa di imprevedibile: l’incontro con
Lester Svelto Parker al parco dei divertimenti Arcadia, un inserviente di
colore con un passato da musicista blues itinerante. Nuove e strane consapevolezze fanno capolino nella mente del ragazzo fino a quando Jack raggiunge la piena comprensione che lui e sua madre erano stati attratti in quel luogo desolato per un motivo
preciso, perché loro volevano così. Era
semplicemente la follia che lo stava chiamando a sé o allucinazioni dettate dal
terrore?
Una traccia di un passato sembra tornare nel presente. Ed
è proprio Svelto a condurlo verso la consapevolezza, una sorta di guida nella
strada della verità. Una consapevolezza che Jack possedeva senza esserne
cosciente. Un ricordo flebile sembra riaffiorare e dare spiegazione a molti, moltissimi eventi.
Territori e mali
oscuri? Forse era meno pazzo di quello che credeva. Un mare color indaco lo
inizia a un panorama mozzafiato mai visto prima, così speciale da non poter
essere di questo mondo; un mondo tanto diverso da quello conosciuto. Ma non c’è
tempo da perdere, la sua missione lo attende.
La sua cerca consiste in un
viaggio lontano miglia, o forse qualche chilometro, alla ricerca di qualcosa di
cui conosceva solo il nome ma che sarebbe diventata la chiave di salvezza dei
suoi affetti e della sua realtà.
Un vecchio atlante, un plettro bianco dalle
sfumature avorio, una moneta d’argento opaco e una sfera di cristallo. C’è un
eroe dodicenne dalle fattezze diverse, un eroe moderno che porta il peso di
mondi in collisione. E quando c’è un eroe dev'esserci, quasi per obbligo, una
controparte nemica a mettere i bastoni tra le ruote.
Un viaggio attraverso
terre sconosciute dai contorni sfocati e onirici che lo vedrà protagonista di
incontri speciali, con non pochi dolori. Abbraccerà vecchie amicizie e scoprirà
amici fedeli che non sapeva nemmeno di avere. Saranno molti gli ostacoli crudi
e intrisi di difficoltà (e un pizzico di folle irrealtà) che si troverà ad
affrontare. E nell'ombra della verità, lo attendono creature dalle strane fattezze non
appartenenti a questo mondo. Determinante sarà un ultimo incontro con un vecchio amico: i
fili delle loro vite, destinate per sempre ad essere legate, permetteranno ai
due di trovare e congiungere i tasselli mancanti di un folle puzzle.
Non voglio
annunciare troppo per lasciare la magia di questa storia racchiusa tra le pagine ingiallite di un testo che ho trovato, per caso, su una delle mie amatissime bancarelle itineranti. O, forse, non è stato un semplice caso.
«Buona fortuna Jack
Viaggiante!»
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