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LE AVVENTURE DI ARTHUR GORDON PYM DI EDGAR ALLAN POE



"Le avventure di Arthur Gordon Pym," il cui titolo originale è "The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket," è un romanzo d'avventura di Edgar Allan Poe scritto tra il 1837 e il 1838. Le avventure di Arthur, un amante dei mari che si imbarca disobbedendo alla famiglia per seguire il suo desiderio di scoprire le bellezze di mari lontani e terre sconosciute, è l'unico romanzo pubblicato in vita dallo scrittore ed è un'opera completa che riassume tutte le sfumature dell'arte di Poe. Viene considerato un manifesto di quello stile spesso identificato con il nome di horror psicologico di cui Poe è stato uno dei massimi rappresentanti.

La storia racconta delle sventure di Arthur Gordon Pym che si unisce clandestinamente, pagandone le conseguenze a caro prezzo, all'equipaggio della sfortunata baleniera Grampus che, fin da subito, è costretta a subire numerose peripezie: va alla deriva per una serie di eventi che vanno dall'ammutinamento al capriccio del destino. Così gli sventurati membri del brigantino insieme ad Arthur, sul punto di morire di fame e di sete, decidono di affidarsi alle crudeli leggi del mare e quindi estraggono a sorte colui che doveva sacrificarsi per dare una speranza agli altri: lo sfortunato membro dell'equipaggio destinato a morire divorato dai compagni nel libro si chiama Richard Parker. Cinquant'anni dopo la pubblicazione del romanzo, ad essere precisi il 5 luglio 1884, quattro membri dello yacht Mignonette, un'imbarcazione diretta dall'Inghilterra in Australia, subì un incidente provocato da una tempesta mentre l'equipaggio si trovava distante 1600 miglia dal capo di Buona Speranza. In balia delle onde ma ancora vivi i quattro riuscirono a mettersi in salvo su una scialuppa di salvataggio. Come in altre situazioni analoghe con il passare del tempo la fame e la sete li spinse ad uccidere una delle persone a bordo e a cibarsi della sua carne per sopravvivere; la persona scelta era il mozzo, un ragazzo di diciassette anni che rispondeva al nome di Richard Parker. Stesso nome e destino crudele descritto da Poe mezzo secolo prima: macabra coincidenza o racconto profetico?

A metà tra romanzo e diario di viaggio, il racconto degli sfortunati eventi del povero Arthur affronta un incredibile viaggio esteriore e interiore: passa attraverso la fuga da casa, una dolorosa prigionia a cui segue un funesto ammutinamento, la desolazione e la brutalità della natura selvaggia del mare - che va a rompere tutte le speranze che il giovane aveva riposto nel suo sogno di avventurarsi per mari e terre sconosciute - altro non rappresenta se non il viaggio di Edgar Allan Poe nell'antro tenebroso della sua anima.

Si può rintracciare una particolarità interessante negli ultimi capitoli del romanzo: Poe, utilizzando la voce di Arthur, descrive i luoghi inesplorati che fanno da ambientazione alle ultime parti della sua avventura utilizzando una serie di figure volte a rappresentare la conformazione di alcune parti del territorio. Nello specifico, come potrete vedere in seguito, le figure 1,2,3 e 5, se unite una all'altra, costituiscono una radice verbale etiopica la cui traduzione è "essere ombroso" mentre la figura 4 sembrerebbe voler descrivere una forma umana la cui riga superiore corrisponde alla radice verbale araba di "essere bianco" e quella inferiore andrebbe a creare la parola egizia che tradotta sta per "la regione del sud" - e il braccio della figura sembrerebbe proprio indicare il sud.












Un libro interessante e ricco di particolarità e simbolismo che suggerisco caldamente.

Per la profezia: cerca su YouTube il canale Fuoco di Prometeo - video "Illuminati, il gioco che aveva previsto il futuro. LINK

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This image was created by Jennifer Di Giovine ©2019 . The copyright owner inhibit the use of this work.

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