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Premio speciale della Giuria alla XXI edizione del Concorso Internazionale “Lettera d’Amore.”


 
Copyright © 2021 JENNIFER DI GIOVINE Tutti i diritti riservati. È vietata la copia e la riproduzione di contenuti e immagini in qualsiasi forma.
 



Lettera premiata:

"Antica memoria,
a te mi appello nell’ora tarda di una notte buia durata poco più che una vita intera ma di certo
meno di un millesimo di secondo al cospetto dell’universale divenire e in te mi rifletto, per
nessun’altra forza che non faccia capo all’amore quale manifestazione spirituale della vera
comunione.

Ho corso a ritroso un tempo che mi è parso eterno, già visto, con la sola speranza di ritrovarti e
in te ricongiungermi e a lungo ti ho cercata nelle solitudini nere di ciò che è stato, nei passi
invisibili che sulla sabbia dei giorni sono svaniti senza lasciare impronta, nelle lacrime
inconsolabili causate da una vita che avanzava, accelerata, senza aspettare che fossi pronta. Ho
frugato in ogni singolo scatolone in cui troppe, troppe volte hai dovuto rinchiudere un’intera
esistenza selezionando le cose importanti, divenute salvezza più che semplice preghiera e ho
scorto molti sguardi nel buio impenetrabile in cui stavi stagnando. Sguardi affilati, sguardi
sfuggiti e sguardi dimenticati riempivano gli antri bui della tua desolazione, tagliavano la
mente di pensieri silenziosi carichi di devastante rumore e sanguinavano nel cuore, divenuto
incapace di distinguere il peso di ogni percezione.



Mi sono sbucciata ogni parte della mia sicurezza mentre cadevo, sprofondando attraverso i
tormenti dello spirito ispessito e ho varcato soglie lontane, difficili da identificare. Talvolta
queste avevano il riflesso di realtà quotidiane che solo negli incubi trovavano la loro più
concreta definizione e, altre volte, prendevano l’aspetto d’infinita bellezza nei ricordi più puri
che tenevi nascosti nella terra scarlatta del tuo animo, arrossato dal dolore e dal fervore
pulsante del tuo nucleo interiore. C’era profumo di erba bagnata in quella dimensione, profumo
di erba bagnata e di sole. C’era l’odore della pioggia e la sensazione fresca che provasti al
contatto con la prima neve assieme ai visi dell’amore e il loro calore. C’erano anche due occhi
verdi in quel ricordo, due occhi verdi che hai riconosciuto come parte di te tra le mille diverse
vite che ti sei inventata lungo il tuo scorrere e mutare.

La penitenza della discesa è stata quella di dover affrontare il deserto inespugnabile in cui
sotterrasti, per timore, il fuoco vivo della tua passione che nelle parole che gli scorrono nelle
vene trova la sola benedizione. Il sonno mi ha ingoiata proiettandomi sul muro del nostro tempo assieme alle ombre della dimenticanza alle quali mi ero appellata come unica fonte di
salvezza e ho vissuto, ancora e ancora, ogni singolo fallimento e ferita.




Ma dopo un dolorosissimo, incessante peregrinare la fonte della manifestazione mi ha costretta,
con tutto l’amore di cui si veste, ad aprire il mio occhio interiore bagnandolo di comprensione.
Ed è stato allora che ti ho ritrovata, tremante e impaurita per via di un sentimento a cui non sei
abituata e che pensi di non meritare come tuo, all’alba di un chiarore che con la luce nella luce
ogni tenebra annulla. Hai percepito la mia forma divenire e ti sei innalzata squarciando
l’oscurità a cui ti costringevi, l’oscurità nemica profonda più del sonno profondissimo e mi hai
accolta in te tornando a essere, come mai lo eri stata prima che anche allora è lo stesso istante.




Adesso che sei di nuovo in me stai cercando di capire la tua missione, ti chiedi com’è che si fa
a diventare felice… Che domanda difficile. Forse potrei cantarti di qualcosa di molto simile
all’esplosione del colore, di profumi intensi e della meraviglia che si nasconde tra le sfumature
sottili della gioia immensa. Potrei, forse, ricordarti della pace che hai riconosciuto nella luce
ma dimmi, antica memoria, che senso avrebbe ora che sei scesa di nuovo in me per concludere
il viaggio?

Ho paura mentre ti scrivo perché non sono in grado di gestire l’emozione di questa nuova
sensazione che è esplosa nel cielo infinito del nostro orizzonte annichilendo quello che è
passato, quando ancora non credevo di esserne all’altezza. Ho paura, mentre ti scrivo, perché
dopo un interminabile cercare finalmente riesco a vedere ciò che da sempre sentivo di dover
diventare.




Ho paura ma avanzo, pronta a percorrere gli ultimi passi che ho scelto di affrontare al principio
del caos primordiale che solo in apparenza è confusione ma si nasconde nel silenzio quale
necessaria unificazione. Per tutte queste ragioni accolgo l’ombra, nella luce, divenendo un solo
colore e perdono me stessa, perdono te che sei parte di me per nessuna colpa che tale doveva
mostrarsi solo ed esclusivamente per permetterci di capire divenendo una sola anima, in
comunione con l’anima del mondo."
Per sempre tua,

Jennifer Di Giovine

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