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"C'era una volta il Femminile… "


"C'era una volta il Femminile… "

C'era, e c'è ancora. Nascosto forse tra i veli del tempo, tra i ricordi sbiaditi che risuonano prepotenti nel nostro animo, illuminato da un caldo baluginio a riscaldare lo spirito.

Voglio guardare ancora una volta al passato, a un tempo primo in cui ogni cosa conosceva il proprio posto nel mondo e il proprio Nome. Nome come strumento magico, vibrazione che nasconde la potenza di cui la natura stessa si compone risuonando tra pensieri e parole, manifesto stesso della realtà. 

E nel farlo vorrei partire dalla fine, univoco punto di partenza che nelle spire del ciclico ritorno trova il massimo punto di espressione della vita. 

Oggi dobbiamo festeggiare la donna come simbolo, la donna come battaglia e baluardo di conquista ma possiamo anche ricordare il femminile che si nasconde dentro di noi, quel qualcosa di insito alla nostra essenza che supera i confini di genere e varca le soglie di ogni spazio e di ogni tempo. Per arrivare alla comprensione.

Che questo sia un invito a ritrovare l'aspetto femminile celato nel nostro animo, in modo da poter riconquistare, attraverso questo processo, la riunificazione. La riunificazione con una parte di noi.

Ritrovare il femminile significa acquisire un rinnovato legame con la Natura, qui percepita come presenza costante e viva, anima che vibra in comunione stessa con l'anima del mondo. Legame con una terra che ha vestito la donna del ruolo di trasmettitrice e guardiana della vita.

Questo affinché ognuno di noi possa alla fine ritrovare la parte che non riesce a guardare negli occhi, quella che "tiene attaccata alla schiena".

"I due corpi uniti si fondono, annullandosi in un’unica figura".

Che la parte conclusiva torni a divenire punto di partenza:

“Divinità di cui porto il nome, voi, autori dei miei giorni, concedetemi la grazia che imploro! che tutti coloro che verranno dopo di me fare il bagno in queste acque perdono la metà del loro sesso!” (Metamorfosi IV, 310)



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