MANUALE DELLE BUONE MANIERE - TRATTO DAL LIBRO "NUTRIMENTO PER L'ANIMO - FLUSSI DI PAROLE CONFUSE"
Manuale delle buone maniere
UN POST ABBASTANZA LUNGO PER PARLARE DI ARGOMENTI MOLTO PARTICOLARI. PER CHI AVRÀ VOGLIA E TEMPO DI LEGGERE L'INTERO STRALCIO TRATTO DAL MIO PRIMO LIBRO CONSIGLIO DI PRENDERE QUANTO ANDRETE A LEGGERE COME UN SEMPLICE E PERSONALE PUNTO DI VISTA BASATO SULLA FONTE DI CONOSCENZA CHE, PROBABILMENTE, POTREBBE ESSERE LA PIÙ EFFICACE PRESENTE IN NATURA: L'ESPERIENZA.
Buona lettura,
Jennifer
Buona lettura,
Jennifer
Il principio.
Ambientazione: seduta in un luogo pubblico, sorseggiando un caffè, con le cuffie nelle orecchie e immobile ad osservare quel che accadeva intorno alla mia zona comfort. Analizzavo delle figure evanescenti chiacchierare fra loro e percepivo i loro ruoli/giochi “di potere”. Guardando questi copioni in atto mi sovviene che, spesso, il rispetto fra gli uomini sia diventato una risorsa - termine non casuale - a rischio d'estinzione. Eppure, da tempo immemore, non è stato forse essenziale per qualsiasi accordo umano? La storia ci insegna molte cose. Ci capita erroneamente, però, d’interpretare il passato in modo lontano e personalizzato. Il mio cuore amareggiato era attanagliato da una domanda scottante che frulla nella mente in momenti particolarmente dolorosi, fomentata dalla mia assurda e insaziabile voglia di comprendere l’umano. “Dov'è finito il rispetto?” Parola che ormai suona come un reperto storico da lasciare in archivio. Troppo spesso ci troviamo ad essere triste pubblico (o infelici protagonisti) di vicende umane per le quali non si rintraccia una spiegazione sensata. Uomini che competono fra di loro, vogliosi di dimostrare che le loro qualità esemplari sono migliori rispetto a quelle degli altri. Uomini che prepotentemente si eleggono autonomamente al primo posto della catena alimentare. Presa da questa sensazione di ovvia ma amara ironia torno ad analizzare le loro movenze rituali di lotta atte a intimorire l’avversario ipotetico che la loro mente impaurita ha creato in modalità di difesa. Il bisogno di soddisfazione e autoaffermazione non dovrebbe mai entrare in contrasto con quello dell’altro nel tentativo di mostrare al mondo la propria capacità di dominazione.
“ La mia libertà finisce dove comincia la vostra”
Martin Luther King Jr.
Questa saggia affermazione può essere estesa ad ogni aspetto della vita dell’individuo. Le mie sono certo esasperazioni provocatorie che hanno l’obiettivo di accendere nel lettore il sacro fuoco della conoscenza e della riflessione che non pretendono di essere più di quel che sono: semplici pensieri che fluiscono nella mente e vengono battuti rumorosamente sulla tastiera tra la q, la w, la e vicina alla r, finendo per t ed y. Cercando di contenere quell’aspetto riecheggiante del mio essere, un moderno Robin Hood che troppo spesso cerca di venir fuori facendomi finire spesso nei guai, mi sono domandata da cosa possa essere dipesa tutta questa dispersione d’umanità, rispetto e logoramento dell’anima. Dopo aver passato al vaglio le più svariate risposte (da nessi evolutivi a teorie complottistiche) ho ritenuto di poter collegare tutti i punti del diagramma ad una chiave interpretativa ripetuta in più situazioni e quindi suppongo meritevole d’analisi: l’infelicità. Potrebbe rivelarsi questa la soluzione ad alcuni atteggiamenti che, sotto il punto di vista umano e razionale, possono essere compresi ma non giustificati? Probabilmente sì. Tendenzialmente, se mi sento triste, perso e fuori forma, cerco di appigliarmi a qualcosa di tangibile per riuscire a riacquisire quel vigore natio che, con gli anni, mesi, settimane e giorni, potrebbe essere andato perduto per molte ragioni. Innanzitutto la mancanza di tempo per se stessi, per le proprie passioni e per le persone care potrebbe essere rintracciabile quale prima causa di stress esponenziale. Tale stato d’agitazione può sfociare in una desolazione causata dalla consapevolezza di non riuscire ad uscire dall’incessante forza trascinatrice della routine, la quale ci travolge e obbliga a determinati ritmi che, talvolta, possono essere estremamente pesanti per l’individuo, causandone un esaurimento. Anche i valori che la società trasmette alle generazioni possono indurre ad accentuare questo senso di disfacimento e solitudine dovuti alla necessità di rispecchiarci in modelli nei quali ritroviamo riscontro raramente poiché, quel che dobbiamo tenere ben fisso nella nostra mente, è che tutto ciò che passa attraverso un mezzo di comunicazione, più o meno grande – e non mi riferisco solo ai grandi mezzi di comunicazione di massa ma anche ai semplici mezzi di trasmissione da sempre utilizzati, quello verbale che parrebbe deliziosamente essere uno dei più efficaci ed energici (nessuna inquisizione a quei megafoni mediatici che, dall'umiltà dei miei studi sociali amo molto e mi affascinano incredibilmente – precisazione necessaria atta a sfatare eventuali fraintendimenti di una non voluta caccia alle streghe dei mass media). Il messaggio sussurrato all’orecchio che bisogna tendere la propria esistenza alla ricerca del bello e a una vita scintillante, porta ad una serie di conseguenze inevitabili non solo economiche e sociali ma anche psicologiche. Questo punto, del quale è solo casualmente accennato e per il quale si potrebbe aprire una trattazione infinita, è strettamente collegato ad un'altra causa rilevante: questa serie di valori socialmente diffusi si trasmette sull’educazione e, quindi, su ciò che viene inculcato nella mente degli uomini del domani. Si va a creare una specie di “circolo vizioso” di informazioni errate che diffondono specifiche consuetudini e modi di pensare negativi che non fanno altro che condurre ad una distorsione del mondo reale filtrato attraverso due specchi che, posti uno di fronte all’altro, si riflettono contemporaneamente e perciò creano un’immagine sfocata, indefinita ed assolutamente irreale. Attenzione ad un aspetto importante: queste “credenze” (termine qui contestualizzato nel discorso quale sinonimo senza la volontà di finire impantanata nella diffusione errata di definizioni non consone di termini per i quali ampi studi di settore si sono dedicati) finiscono per avere un’influenza estremamente negativa sull’animo della persona. Esse spostano il riflettore su un percorso che discosta dalla natura umana che dovrebbe essere volta all’introspezione, dedita quindi alla ricerca interiore (e non l’esaltazione esteriore di un Io immutabile che è già perfettamente definito e non necessita di conoscenza ulteriore) e allo studio del passato delle nostre origini così come del futuro dei nostri passi, verso ciò a cui siamo destinati, senza rischiare, come spesso accade, di soffermarci solo sul nostro tempo, sul nostro spazio e su quell’insieme di informazioni limitate che tutti abbiamo (poiché nessuno può conoscere la totalità del reale) affrontando sempre il discorso di vita all’indicativo presente della prima persona singolare e, sporadicamente, valutando anche la prima plurale per rispondere a un disperato tentativo di autoidentificazione nell’altro e in ciò che è socialmente approvato e comprovato. Analizziamo qualche settore nel quale quest’influenza negativa sazia maggiormente la sua fame diabolica di vittime: omologazione (perché sentiamo la necessità di non risultare differenti dagli altri per non rischiare di essere esclusi dall’élite alla quale si ambisce arrivare); incapacità nel fare quattro chiacchiere con se stessi (il non riuscire a restare da soli ci potrebbe costringere a rapporti non ideali e bisogni fasulli che eleviamo a necessari per paura di restare soli con i nostri pensieri e alla totale inconsapevolezza del proprio Io); esaltazione errata del corpo e materialismo sfrenato (al fine di colmare quel vuoto interiore dettato dall’incapacità di solitudine e autoanalisi); perdita dei valori e incapacità di autovalutazione con conseguente diminuzione della stima in noi stessi e nei nostri sogni che potrebbe portare ad un lavoro non appagante, per fare alcuni esempi. Potrei continuare ad elencare ancora molte conseguenze che questa spirale produce sull’individuo ma, per evitare di uscire fuori dall’ambito riflessivo a cui il testo è mirato, mi sento di racchiudere riassuntivamente queste problematiche in una frase: la vita, per tutti questi elementi appena elencati, ci risulta non appagante e quindi assolutamente infelice.
Parola chiave: infelicità. Mi domando: la felicità è solo utopia? Guardandomi intorno verrebbe da rispondermi "Certo".
Poi, dopo un bel respiro e un minuto abbondante per far scemare l’emicrania, mi dico "No, la felicità si può toccare, basta viverla ed essere grati e felici di ciò che c'è intorno". La fede, per chi ce l'ha e crede, è un elemento essenziale in questa ricerca. Attenzione: la mia intenzione non è quella di impelagarmi nei meandri della religione. Con fede mi riferisco a quel fuoco caldo che sentiamo sorgere dentro di noi quando iniziamo ad avere speranza in qualcosa/verso qualcuno; anche il credere in noi stessi e avere un sogno corrisponde ad avere fede nel proprio essere e nel proprio operato. Probabilmente questa risulta essere la fede più sacra per l’umano, quella più celata all’occhio esterno poiché gelosamente custodita. Poi, dopo varie analisi e sguardi indiscreti lanciati con la coda dell’occhio, ho valutato la possibilità che a generare quest’infelicità possa esserci l’incapacità ad analizzarci interiormente e quel brutto difetto di finire, spesso involontariamente, per riversare il nostro malessere sugli altri.
Quindi ho pensato "Perché non provare a fare un piccolo manuale delle buone maniere?". Niente galateo, parlo di buone e civili maniere fra gli individui, utili a vivere in pace con se stessi e con gli altri, obiettivo principale che potrebbe concorrere alla salvezza della nostra moralità e della nostra spiritualità. Una volta raggiunto questo equilibrio si potrebbe aprire un mare di opportunità davanti a noi perché saremo felici e perciò ameremo guardarci interiormente, coccolarci e prenderci cura di noi stessi tanto quanto l’avere riguardo per l’altro poiché comprenderemo la nostra particolarità di esseri capaci di emanare quella luce sacra che dev’essere rispettata e coltivata. In questo modo finiremo per irradiare tutto ciò che ci circonda assieme ai nostri simili e saremo autosufficienti e capaci di produrre energia spirituale propria, senza aver bisogno di attaccare i caricatori del nostro spirito a chimeriche prese elettriche. Prendeteli come consigli: è sempre e solo la visione soggettiva che Jennifer si sentiva di condividere nel suo primo testo per indurre alla riflessione delle proprie capacità e delle potenzialità che potrebbero avere i rapporti umani.
ANDRO' AD ELENCARE SOLO ALCUNI DEI PUNTI PRESENTI NEL TESTO.
- Rispetto prima di tutto: i saggi dicono "non fare agli altri ciò che non vuoi che venga fatto a te". Ah, quant'è vero! Evitiamo di generare sofferenza andando a creare una discriminante nel percorso dei nostri simili e nel nostro cammino (poiché queste situazioni finiscono sempre per tornare al destinatario);
- Avvicinati con il cuore puro alle persone e alle situazioni: senza farti contaminare dal malessere interiore per evitare di far morire tutto ciò che ti circonda con un solo tocco di lingua pungete e pensiero negativo;
- Ama te stesso per poter imparare ad amare gli altri: è la prima tipologia d’amore che ci educa a forme più elevate e da essa bisognerebbe prendere spunto;
- Non giudicare: distingui le opinioni personali dal giudizio poiché non sai quanto possano essere strette le scarpe dell’altro quindi non possiamo sentenziare su situazioni che non conosciamo e nemmeno su quelle di cui abbiamo avuto esperienza perché ogni vissuto è unico e mai similare ad un altro;
- Mostrati al meglio di te stesso e poni sempre la sincerità quale stendardo della tua persona;
- Sogna: e credi nella forza dei tuoi desideri, della tua mente e delle tue capacità. Siediti, focalizza un obiettivo, scrivilo su carta e leggilo ogni giorno; abbi fede e non arrenderti. E’ testato, parola delle leggi dell'universo;
- Sii coraggioso: ognuno di noi, dal momento che cerca di venire al mondo deve affrontare vere e proprie sfide di sopravvivenza quindi non abbatterti mai e dimostra il tuo valore cercando il tuo posto nel mondo;
- Il pensiero è il costruttore della nostra realtà quindi ricorda che hai sempre un motivo per sorridere: solo in questo modo potrai far brillare ciò che sei. Dal fondo della difficoltà, della solitudine e della disperazione che nella mia vita mi sono trovata ad affrontare posso dire che, anche se lo ammetto con difficoltà perché risulta essere incoerente rispetto a ciò che percepisci quando il dolore sovrasta ogni cosa, ho sempre avuto almeno un motivo al giorno per sorridere. Sicuramente queste sono consapevolezze alle quali sono arrivata dopo aver superato determinate situazioni difficili ed essere riuscita a recuperare il controllo della mia esistenza ma è per me elemento molto importante che sento assolutamente di dover condividere perché non dobbiamo mai dimenticare che la nostra esistenza ci dà sempre un motivo per andare avanti e gioire di ciò che abbiamo, per quanto poco ed effimero. Sono cosciente che, ognuno di noi, prova differenti tipi di dolore e di diverso livello e quindi non è mai possibile effettuare un’analisi dettagliata né, tanto meno, riuscire a stilare una lista di soluzioni. Quel che mi preme pescare da quell’oscuro lago intriso di difficoltà è una consapevolezza che, personalmente, ritengo essere determinante: la capacità della nostra mente, l’unica che riesce ad amplificare e distorcere aspetti positivi e negativi della nostra realtà. Insomma, dobbiamo fidarci di noi stessi senza mai credere in modo assoluto al nostro pensiero poiché capita spesso di essere gli architetti del pericolante edificio nel quale siamo rinchiusi. Un esempio? Quando procrastiniamo la risoluzione di situazioni che ci fanno del male per la nostra estrema paura di restare da soli. La nostra mente, il nostro pensiero positivo e la nostra volontà di cambiamento sono tutti elementi che aizzano il fuoco della luce interiore che dobbiamo analizzare minuziosamente e tenere vividi sino alla fine dei nostri giorni, anche quando qualche fattore esterno cercherà di gettare acqua sulla brace. Prendetela e chiudetela in un luogo sicuro, lontano da sguardi indiscreti. Tutelatela sempre: credetemi che sarà proprio essa, con il suo calore prorompente, ALMENO uno dei motivi che avrete per sorridere durante le vostre giornate. Allontanatevi e riponetela al sicuro, non dalle mani lunghe poiché nessuno potrà rubare ciò che custodite dentro voi ma dalle parole taglienti che sono i peggiori blocchi sui quali il pensiero si concentra generando pensieri negativi quindi negatività, infelicità e sensazione di non avere nulla per cui sorridere;
- Impara a conoscerti meglio : l'autoanalisi è un processo essenziale per la propria crescita interiore, l’autodeterminazione e l’istaurazione di rapporti e situazioni che sono a te destinate a cui tu, con il tuo pensiero ed il tuo animo, riesci a dar forma. Tutti noi abbiamo una qualche consapevolezza del nostro essere nel mondo; molte volte, però, tale concezione è errata o mancante. Cerca di capire come sei fatto dentro, senza timore di guardarti allo specchio e non riconoscere la persona in esso riflessa. Conoscere se stessi è il modo migliore per valorizzarsi e poter vivere in armonia con il proprio animo e con chi ci circonda;
- Non dire mai impossibile: nulla è impossibile, fin quando non siamo noi stessi a renderlo tale. L'impossibilità è una parola inventata dall'uomo per descrivere ciò che non riusciva a fare quando ormai era stanco di lottare. Non stancarti mai di lottare ma desidera con tutto il tuo essere ed otterrai se non smetterai di andare avanti per la tua strada;
- Elimina dalla tua vita le cose o le persone che ti fanno soffrire: gli ostacoli che la vita ci riserva sono infiniti. Essi si nutrono delle nostre paure e, quando diventiamo o ci mostriamo più vulnerabili, approfittano delle debolezze per abbatterci . Se c'è qualcosa, o qualcuno, che ti fa del male e non ti permette di vivere serenamente e far sbocciare le tue capacità, non avere paura di dire «BASTA». Tantissimi prima di noi si sono trovati in situazioni spiacevoli ma sono comunque sopravvissuti. Non pensare di non poter superare gli ostacoli che la vita di pone e, se hai paura di restare solo, ricorda che sulla Terra ci sono miliardi di persone;
- Indaga il più possibile su ciò in cui credi: ognuno di noi crede in qualcosa di esterno a sé. Anche non credere in nulla è una fede nichilistica che può essere un filo portante dell'esistenza di un uomo. Bene, non fermarti a ciò che gli altri ti raccontano della tua fede: impara a conoscere il tuo Dio, il tuo testo sacro o il tuo nulla nel mondo. Scoprirai tante cose di cui ignoravi l'esistenza e arriverai a nuove consapevolezze che andranno a far fiorire la tua spiritualità;
- Fa di te una cosa nuova: se sei insoddisfatto della tua vita, di come sei e di ciò che fai, la risposta ai tuoi problemi è facilmente individuabile. Modella te stesso fin quando la forma che hai di te nella tua mente trasmigri nel reale e, per far ciò, devi essere costante e testardo in questo processo di mutamento
TRATTO DAL LIBRO "NUTRIMENTO PER L'ANIMO - FLUSSI DI PAROLE CONFUSE"
JENNIFER DI GIOVINE, 2017
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Grazie mille per il tuo commento.
Jennifer